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In Occidente molto spesso il termine KARMA viene usato a sproposito e in maniera superficiale, senza la necessaria comprensione della profondità del suo significato. Effettivamente, poiché SI LEGA STRETTAMENTE AL CONCETTO DI REINCARNAZIONE, oltre a non essere di facile accettazione, non è neppure di facile comprensione per chi non crede nella reincarnazione delle anime.

Il termine, che deriva dal Sanscrito,  è invece radicato nella cultura Orientale. Su questo principio si basano appunto la maggior parte delle  religioni e filosofie  Orientali  (e nello specifico quella Indiana, pregna del  concetto di Karma), all’interno delle quali esso assume sfumature leggermente diverse.

In origine il concetto di Karma è un concetto di GIUSTIZIA il cui assunto alla base è  che IL COSMO SIA UN’UNITA. Il Karma è il principio di GIUSTA LEGGE UNIVERSALE: ogni nostra azione coinvolge altri esseri viventi e questo comporta conseguenze con cui, prima o poi, dovremo avere a che fare. Coerentemente con questo credo,  diventa fondamentale agire sempre secondo questa legge perché non solo essa influenza la vita presente ma ha ripercussioni nel ciclo della reincarnazione, regolato appunto dalla legge del karma che noi ereditiamo da vite precedenti.

Il concetto di Karma  non è comunque totalmente assente nella cultura Occidentale.

Già i primi filosofi greci parlavano di “metempsicosi”, trasmigrazione delle anime ma anche in tempi più recenti il tema del Karma è stato affrontato e trattato nella nostra cultura.

In ambito psicologico troviamo un’interessantissimo sviluppo di pensiero in C.G. Jung che teorizzando l’inconscio collettivo riconosce un’interconnessione  tra tutte le cose.

Ora, che si creda nella reincarnazione, nell’esistenza di un disegno Divino, nell’ereditarietà dei geni, nell’approccio della psicologia familiare, il nocciolo è che tutte queste  logiche riconoscono l’influenza del passato o se vogliamo di “vite passate”.

Ciò che voglio mettere in evidenza è che non è necessario credere nella reincarnazione per guardare alla nostra vita presente come qualcosa di influenzato anche dal passato e che ha il potere di influenzare il futuro.

Che implicazioni ha riconoscere questa influenza?

Astrologicamente parlando la lettura del tema natale dovrebbe riferirsi allo SVILUPPO EVOLUTIVO DELLA PERSONA.  Né il  Karma, né qualsiasi altra prospettiva sopra elencata dovrebbero essere intese come giustificazioni per la NON AZIONE, riprove dell’esistenza di  un destino immutabile.

Noi nasciamo con delle influenze, ma nessuna prospettiva (neppure quella del Karma), implica passività. Noi siamo sempre chiamati all’azione finalizzata alla nostra evoluzione, perché se la lezione è appresa non c’è bisogno di protrarla.

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